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Che ne è stato del mio 2020

Ho pensato molto a cosa scrivere a proposito dell’epidemia quando ero chiuso in casa da solo e soffrivo come un matto. Prima ho temporeggiato, in cerca di suggerimenti su cosa dire che non fosse già stato detto; poi ho rinunciato, forse perché non mi sentivo sufficientemente preparato.

Sono successe tante cose, le nostre vite sono cambiate velocemente e abbiamo messo per la prima volta in discussione cose apparentemente banali come avere una dispensa piena, guardare un film al cinema o poter fare una passeggiata fuori casa. Poi i contagi sono calati e ce ne siamo quasi dimenticati, con le restrizioni allentate e le tanto agognate “ferie degli italiani”. E in autunno di nuovo la paura, le perdite, le rinunce, le prospettive ancora più nere; stavolta non siamo impreparati, è vero, ma siamo anche più stufi. Le persone fanno sempre più fatica ad attenersi alle normative, pensando ognuno per se stesso, e io mi sto abituando a vivere una realtà quasi alienata, fatta di attese per il prossimo dpcm e ricordi lontani di contatti fisici, il tutto codificato in digitale.

Ma per fortuna il 2020 è stato anche altro, se vogliamo sforzarci di guardare il lato positivo. Per me è stato un anno di cambiamenti, e mi auguro che anche il 2021 lo sia.

Dopo il lockdown e la psicoterapia, sono tornato a stare dai miei genitori, con i vantaggi e gli svantaggi del caso. Ho avuto un paio di eventi importanti in famiglia, festeggiati quando le restrizioni lo permettevano: il matrimonio di mio fratello e il doppio pensionamento dei miei genitori. Mia madre, come sempre di grande supporto, aggiungerebbe: “Mancava solo la tua laurea“. Appunto, ma so di aver fatto del mio meglio e di aver compiuto dei grossi passi avanti. Ho svolto due mesi di tirocinio, mi sono tolto alcuni esami arretrati, dei sassolini nelle scarpe che pesavano come macigni.

Ho avuto un paio di litigate pesanti coi miei genitori, che sono servite a scaricare la rabbia accumulata; ho cercato lavoro, ho iniziato a dare ripetizioni ai ragazzi delle superiori e ho iniziato a frequentare un counselor per gestire il mio equilibrio emotivo. Sto quindi lavorando su come reagisco ai giudizi e alle pressioni esterne, mi sto impegnando a concentrarmi sulle mie qualità piuttosto che sui difetti, sull’organizzare e agire piuttosto che sul rimuginare e stare male, senza fare niente per cambiare quello che non va.

Ho ripreso l’attività fisica, che avevo interrotto definitivamente col lockdown, mi sono sforzato di leggere un libro la sera prima di dormire, e di spegnere telefono e computer. Mi sono dato una routine, seppur flessibile perché non sempre ci va di fare una determinata cosa, ma abbastanza impostata da non permettermi ore di vuoto cosmico, inefficienza e insoddisfazione.

Ho imparato ad apprezzare il k-pop che al mattino mi dà una carica di buonumore, e ad ascoltare i podcast che sono tantissimi, vari e interessanti, e mi fanno compagnia dandomi la libertà di svolgere contemporaneamente altre attività.

Ho scoperto che non solo guardare i concorrenti di Masterchef cucinare mi dà gioia, ma anche che mi piace sapere e scegliere cosa mangio, e come posso migliorare la mia alimentazione. Ho iniziato a prendermi più cura di me, smettendo di mangiarmi le unghie e le pellicine (non fatelo, fa schifo!) e trattando la mia pelle grassa coi prodotti giusti.

Ho fatto i miei primi acquisti su Amazon, mi sono fatto un profilo Pinterest (ve lo consiglio davvero) e ho cambiato telefono e computer, così non posso più lamentarmi della tecnologia lenta o delle memorie piene. Ragazzi, un consiglio: tenete puliti i vostri dispositivi come dovreste fare con la vostra stanza o la scrivania. Una mente sana studia e lavora in un ambiente pulito e ordinato; più c’è confusione intorno a voi e più vi abituerete ad essa, senza fare nulla per migliorare la condizione perché caos richiama altro caos.

Ho recuperato un paio di amicizie in sospeso, ho chiesto scusa a chi dovevo farlo e ho tagliato i rapporti malsani. Anche in questo ambito è giusto fare pulizia e avere consapevolezza, per essere grati dei rapporti sinceri che abbiamo.

Quindi sì, è stato un anno difficile, un po’ sempre in bilico tra lo stare all’erta e il concedersi una pausa, tra la paura e la comodità, tra la super esposizione mediatica e il ritorno alle vecchie abitudini. I miei obiettivi per questo 2021 sono:

  • raggiungere ancora di più un equilibrio emotivo e mantenerlo
  • lamentarmi di meno e fare di più, o almeno provarci
  • dedicare più tempo al blog, magari senza scrivere papiri curati nel dettaglio, e più pensieri di getto, che richiedono meno tempo.

E sì mamma, anche laurearmi.

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