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C. QCVC – Ottobre / Novembre 2019

Ritorna l’appuntamento con Quello Che Vi Consiglio, ossia musica, libri, film e serie che ho ascoltato, letto e visto in questo periodo e che mi sento di consigliarvi. Ebbene sì, in super ritardo per quanto riguarda ottobre, motivo per cui ho deciso di accorparlo a novembre e fare un post unico. Anche i prossimi QCVC saranno bimestrali anziché mensili? Non lo so nemmeno io. Buona lettura!


ALBUM – Tove Lo, Sunshine Kitty. Ringrazio Spotify che con i suoi resoconti annuali mi ha messo di fronte alla dura verità: è questo l’album che ho ascoltato di più ultimamente. Un album pop con stile, divertente e amaro come solo le esperienze di vita vera sanno essere. E’ un album perfetto? No, ma è ben posizionato nella discografia impeccabile della cantautrice svedese. Anticipato dai singoli Glad He’s Gone, Bad as the Boys con ALMA, Jacques con Jax Jones, Really Don’t Like U con Kylie Minogue e Sweettalk My Heart, consigliato se vi piacciono Banks, Marina, Lorde e Charli XCX. Giudizio:

Classificazione: 4 su 5.

CANZONI – The Weeknd, Blinding Lights. Abel è tornato con due singoli, l’ormai classica Heartless, melodia R&B su base trap in pieno stile The Weeknd e testi che si riferiscono al suo stile di vita lussuoso e lussurioso, costituito da donne, sostanze e ricchezze che lo distolgono dal dolore e dalla tristezza. Delle due però preferisco forse Blinding Lights, un singolone con ritornello radiofonico, atmosfere dance e synth anni ’80 e un testo decisamente più romantico. Ricorda Can’t Feel My Face, In the Night e Rockin’, quindi se vi sono piaciute vi piacerà sicuramente anche questa. Vi segnalo poi Selah di Kanye West, uno dei pezzi migliori del suo ultimo disco – definito Christian hip-hop – Jesus Is King. Album importante e diverso dagli altri, come d’altronde lo sono tra loro tutti gli sforzi discografici del rapper di Chicago. Lo vediamo qui in veste di messaggero divino, anche se alcuni critici americani hanno sottolineato come non si tratti di un disco sul figlio di Dio, ma su Kanye che si crede tale. Forse gli intenti sono discutibili, come lo è purtroppo la lucidità mentale di West, fatto sta che musicalmente alcune tracce suonano davvero bene, ed è quello che più mi interessa.

LIBRO – Banana Yoshimoto, High & Dry. Primo amore. Una lettura leggera e scorrevole, ho voluto riprovare l’esperienza Yoshimoto dopo che Kitchen mi aveva letteralmente rapito, e mi sento di consigliarvelo. Una ragazzina si infatua del suo maestro di disegno e inizia a vedere esseri soprannaturali. In questi mesi poi ho letto un po’ di tutto, dall’Orestea di Eschilo ai fumetti di Massimiliano De Giovanni (sì, le mie letture sono così diversificate – io 100% Gemelli), ma la Yoshimoto è stata la mia scelta per il blog.

SERIE – Feud, serie del 2017 diretta da Ryan Murphy, il genio dietro American Horror Story, American Crime Story, Glee e Scream Queens tra le altre. La serie aveva come obiettivo quello di illustrare le faide tra personaggi noti al grande pubblico, con una prima stagione di 8 episodi dedicata a Joan Crawford e Bette Davis, e una seconda (poi cancellata) che doveva riguardare il principe Carlo e la moglie Camilla del Regno Unito. Serie diretta bene ed interpretata magistralmente: Jessica Lange e Susan Sarandon nel ruolo delle protagoniste e acerrime nemiche, troviamo poi Stanley Tucci, Catherine Zeta-Jones, Kathy Bates e pure una comparsa di Sarah Paulson. Viene analizzato il rapporto tra le due dive di Hollywood, tra cui le riprese del film Che fine ha fatto Baby Jane? e la memorabile scena degli Oscar del 1963.

FILM – Mammina cara, e non poteva essere altrimenti. Dato che avevo recentemente visto quel capolavoro horror che è Baby Jane, ho deciso di approfondire il mio excursus sulla Crawford con questo film, capolavoro camp basato su un libro della figlia adottiva di Joan, Christina, che racconta il rapporto travagliato con la madre e gli abusi subiti negli anni (sì, la famiglia le fece causa al tempo). Ne rimane una pellicola trash, stroncata dai critici ma passata alla storia per l’interpretazione esagerata di Faye Dunaway nei panni della perfida attrice, incline all’abuso di alcol e alle punizioni corporali sui figli e ossessionata dalla pulizia e dall’immagine di sé che i media ritraevano.

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