Oggi vi vizio e pubblico un secondo post, molto diverso dal precedente, un pensiero annotato di getto in una di quelle notti in cui si fa fatica a prendere sonno. E’ un esercizio che faccio quando voglio districare la matassa di pensieri annidati da qualche parte in quelle zone del cervello dove spolvero meno spesso. E a volte bisogna buttare fuori, scrivere su carta, girarsi dall’altra parte del letto e cercare di dormire.
Ho amato tanto, ho amato forte, ho avuto il cuore spezzato più volte e arrivo a pensare che non si sia mai più ripreso. Ho conosciuto, ho baciato, ho scopato, ho creato legami ma mi mancava sempre qualcosa. Ho dovuto dire: “Sei un caro ragazzo ma…”, “Sei una persona intelligente ma…”, “Sono stato bene ma…”, e poi mi ritrovo sempre da solo, o meglio, con me stesso. Sto bene con me stesso, più di quanto crediate, ma poi mi guardo intorno e mi chiedo perché non posso anch’io… come tutti.
Ogni volta che chiudo i rapporti ho sempre meno voglia di iniziarne di nuovi, di rimettermi in gioco, forse perché ogni volta perdiamo un pezzo, che poi non si auto-rigenera. Vorrei una compagnia, ma non troppo, qualcuno che mi stimoli, ma non troppo, vorrei anche avere i miei spazi, ma non troppo, un giusto equilibrio.
A volte mi chiedo se sono diventato egoista, opportunista, apatico, se ho esaurito tutto ciò che potevo dare, se perderò mai la testa di nuovo per qualcuno. Qualsiasi cosa sia, la vivrò come viene, ridurrò al minimo le aspettative, così quando soffrirò, soffrirò di meno, ma quando amerò, sarò così sorpreso che amerò di più.

Ci sarebbe molto da dire su una riflessione del genere. Comunque se si sta bene da soli, è inutile forzarsi. Poi io credo che la persona giusta arrivi e riesca a cambiare tutto.
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